La carriera fotografica di Eric Boman ha avuto inizio nei primi anni '70 con alcuni incarichi per British Vogue, Harper's & Queen, The World of Interiors e Marie Claire. Ad ogni nuovo viaggio Eric aveva sempre la sua fedele Leicaflex a portata di mano e con questa immortalava qualunque cosa attirasse la sua attenzione. Nasce così questo corpus di opere rimaste nascoste per oltre 45 anni sottoforma di diapositive da 35 mm. Il primo dato che cattura l'attenzione è senz'altro l'assenza della figura umana: mentre nella fotografia professionale di Eric Boman è sempre presente una qualche forma di ritrattistica, in questa la presenza dell'uomo è quasi del tutto assente. Il secondo elemento che attira l'attenzione del lettore è il dialogo tra gli scatti. In questo volume, progettato con la designer Miko McGinty, tutte le fotografie vanno a costituire dei dittici che, per contrasto o assonanza, mettono in scena un dialogo visuale.

Di origine svedese, Eric Boman si trasferisce in Inghilterra a metà degli anni 1960 per frequentare il London’s Royal College of Art e in seguito lavora come illustratore e designer a Londra e Parigi. Nel 1978, essendosi fatto un nome come fotografo di moda, si trasferisce a New York, dove il suo lavoro viene pubblicato su Vogue, Vanity Fair, House & Garden e The New Yorker, tra gli altri. Le sue pubblicazioni includono Eric Boman’s Dames (2005), Blahnik by Boman: Shoes, Photographs and Conversation (2005) e Rare Bird of Fashion: The Irreverent Iris Apfel (2007). Eric Boman si spegne l'11 agosto 2022.

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